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ALDERUCCI CORRADO Via Balla 1/a 10124 Torino (TO)  Tel.011/19707834 393/1716518 corrado.alderucci@asa-pro.it www.arsmeteo.org

CORRADO ALDERUCCI


Tra Pensieri e legami


Giochi di luci di un giorno vissuto


Fugace incantesimo 


La barca senza vela solca onde di un sogno


Sotto la luce in una sera d'estate

 
La casa viaggiante 

la mia casa non è una casa…

….tra geometria e pittura, in una silenziosa
e statica armonia è un elemento cubico
con tetto spiovente e mura senza prospettiva
senza aperture solo con qualche finestra.
 


Nell'azzurro dei miei pensieri

….è una casa
senza luogo né tempo
abbattuta dai venti e dagli eventi,diritta,
sconnessa, case vuote,ingenue e misteriose,
qualche finestra illuminata ci parla
di presenze, invisibili e mute. 


E' giunta l'ora di andare

….è una casa
viaggiante,trasportata in cieli tersi e freddi,
in algide albe e caldi tramonti,
appesa ad un filo che arriva dal cielo,
o trasportata da una barchetta….

 
Intensa luce sui meriggi assolati

….è una casa
primordiale che si aggrappa ad una chiocciola
dal passo lento,oggetto smarrito.In silenzio,
tra luci e ombre, mi porta con se
in cerca di una realtà fatata

( by Corrado Alderucci)
 


Nell'azzurro cielo 


Tra cieli malati di nostalgia

 


Di notte
 


Guardando dentro ai tuoi pensieri

 


Legami culturali

 

 
Tra i ricordi e l'odore del mare

 

Curriculum

Formazione
Alderucci Corrado è nato ad Avola (SR) il 21 Luglio 1946, arriva a Torino nel Novembre del 1961, dove vive ed  opera ,in via Giacomo Balla 1/a. Nell’anno 1963/64 frequenta il Liceo Artistico  “ Vittorio Veneto “ di via Pomba a Torino, sotto la guida del compianto maestro Pontecorvo. Nel 1965 sospende gli studi per la morte del padre e per tre anni frequenta i corsi serali ENALC per cartellonistica e grafica , dove incontra il compianto maestro  Bercetti. dal 1966 ad oggi partecipa con successo a mostre collettive, concorsi e rassegne organizzate dalle Associazioni: Andrea Zerbino, Arte Città Amica, Galleria Europa, Piemonte Artistico Culturale, Arte Totale.


Esposizioni e partecipazioni
1991 Circolo ufficiali di Torino-Evento trasmesso su Rai 3 Regionale
1993 Galleria d’Arte Abaco (TO) “Vivere nel verde“ -Torino Esposizioni
1994 “Cinque artisti torinesi in mostra“- al Circolo Ufficiali di Torino Art & Lunch di Torino
1995 “Pittura 95“-Circolo Ufficiali di Torino
1996 Hotel San Giorgio – Cortemilia (CN)
1997 “Etruriarte“- mostra mercato d’arte contemporanea – Venturina (LI)
1998  Fiera Milano / BIMU presso lo stand Omlat
1999 Castello di Moncucco (AT)
2000 Coesistenze-Galleria Europa (TO)
2001 Ass. Culturale Salvador Dalì (TO)
2002 BNL TELETHON-Ag.Moncalieri
2003 Arte città Amica (TO)
2003 Ascom Village (TO)
2004 Quadrarte-Settimo Torinese (TO)

2005 Palazzo Salmatoris – Cherasco (CN)

2007 Arte Città Amica  (TO)
2007 Salotto dell’Arte  (TO)
2010 Ambra Percorsi D’arte _Hotel Atlantic - Borgaro (TO)
2011 Sala Mostre - Biblioteca Civica Carignano (TO)

 

Recensioni, critiche, commenti e interpretazioni

SOTTOTRACCIA" - SIMBOLI DELL’ESSENZA -  Viviamo in un’era caratterizzata sul piano della comunicazione di massa, dal primato del linguaggio dei segni e delle immagini, mai come in tutta la storia umana, assistiamo ad una vera e propria “dittatura del visivo”, gli altri modelli di comunicazione appaiono scialbe forme espressive, ridotte, il più delle volte, a semplici elementi complementari dell’immagine. Soprattutto il logos, originariamente supremo veicolo della memoria e della conoscenza, è ormai ridotto a banali slogan, criptici sms, o strutture didascaliche, optional del significato.
            Display, video monitor, televisori, oggetti sempre più ossessivamente presenti e comuni nei nostri territori quotidiani privati e collettivi, proiettano convulsamente, in un parossistico ciclo continuo, milioni di forme e scansioni cromatiche.
            Le opere di Corrado Alderucci appaiono come un salvifico ed anacronistico percorso contro corrente, paesaggi fisici e mentali animati dalle forme più elementari e straordinariamente essenziali.

Le matite, la barchette di carta proposte dall’artista nei suoi più recenti lavori, si manifestano come segni di un universo di disarmante semplicità, sono le testimonianze di un passato, le tracce di quell’homo faber che rappresentava attraverso la sua operatività manuale, l’ancestrale pulsione umana al conoscere attraverso l’esperienza. Il modello conoscitivo contemporaneo passa attraverso una percezione virtuale della realtà, la simulazione elettronica esclude le mani dai processi del fare e produrre.

            L’artista propone la matita come simbolo e archetipo, oggetto un po’ totemico e un po’ fallico, il medium tra l’immaginazione e l’azione creativa, lo strumento che ha reso visibile nei secoli segni e idee, che ha tracciato l’evoluzione del pensiero, dallo scarabocchio infantile, al bozzetto e successivamente al progetto anche della grande opera dell’intelletto umano.

            Non meno emblematica ed evocativa è l’immagine della lumaca, anch’essa proposta dall’autore come denominatore comune nel suo percorso creativo.

La lumaca, un essere un po’ misterioso, delicato è inoffensivo, metafora fiabesca della lentezza e della ponderazione ma nel contempo essere indomito e coraggioso, capace di affrontare e superare qualunque ostacolo, sfidare anche le ferree leggi della gravità pur di perseguire il suo destino, affrontare come nel romanzo di Castaneda “Il dono dell’aquila” un viaggio, l’attraversamento di una strada, che percepito da un punto di vista umano appare un’azione banale, ma vissuto nei panni di un essere minuscolo e fragile come una lumaca risulta un’ardua impresa, esposta ai principi ineluttabili del fato.

            Che cos’è la lumaca se non una palese trasfigurazione dell’essere umano, l’Ulisse della mitologia greca, un essere piccolo e fragile nei confronti dell’immanente, in perenne viaggio nell’immensità del cosmo, in perenne ricerca di qualcosa, costretto dalla sua natura e dal suo destino a perseguire la conoscenza, a definire i confini di un universo apparentemente infinito. La lumaca con il suo guscio come l’uomo con i suoi abitacoli semoventi, i suoi veicoli spaziali affrontano nel volgere della loro esistenza le insidie di una dimensione e di uno spazio ignoto.

            L’universo pittorico di Alderucci si propone svelandosi attraverso elementi geometrici prospettici, simulacri di possibili porte, finestre, palcoscenici aperti verso luoghi fantastici ove aleggiano, come eteree e rassicuranti presenze i simboli dell’essenza.

            Questi varchi geometrici costruiti con l’ausilio della prospettiva centrale, ci rimandano alla straordinaria e rivoluzionaria esperienza della pittura quattrocentesca, alla teatralità dell’illusione volumetrica, alla costruzione di quegli effetti di profondità spaziale, profondità fisica ma soprattutto alla possibilità di rappresentare l’inconscio, la parte più profonda ed oscura della mente.

            E’ la ricerca di nuovi orizzonti, l’autore raccoglie la lezione dei grandi maestri della pittura e del Rinascimento sfonda le barriere visive, si proietta oltre, verso i segreti della natura e dell’universo, immergendo il suo repertorio simbolico in un’atmosfera di straordinaria ricchezza cromatica.

            E’ proprio l’ampio spettro cromatico e l’uso della geometria come prassi analitica della realtà, che caratterizza negli anni la sua ricerca pittorica, una pittura ricca e in costante evoluzione, ma attenta a perseguire una comunità di stile: le nature morte, i nudi e paesaggi degli inizi, le esperienze maturate sotto la guida di Pontecorvo, lo studio attento e trasversale di alcuni linguaggi delle avanguardie artistiche del ‘900, per arrivare alla struttura informale delle opere più recenti rappresentate in particolare dai “paesaggi anemici”. La prassi artistica dell’autore denota un vasto panorama culturale di riferimento, un ricco retroterra di citazioni e modelli espressivi rielaborati con originale personalità.

            Sono questi gli elementi di riferimento, le chiavi di lettura per comprendere l’opera di un artista sensibile, fortemente legato anche alle sue origini, alla memoria atavica della caleidoscopica cultura siciliana, al Mediterraneo frequentemente proposto nei suoi lavori con una sequenza di linee spezzate, un mare blu profondo ed intenso, dal quale emergono come immagini mitologiche i soggetti del suo repertorio compositivo.

            Un omaggio inconscio alle civiltà della Magna Grecia, alla solarità dei suoi paesaggi, alle sue architetture arcane e misteriose.

Le matite si trasformano in un affascinante gioco surreale in colonne doriche rastremate, le chiocciole nelle volute dei capitelli ionici, e all’orizzonte leggere barchette di carta come le navi degli argonauti di Teseo, tracciano rotte impossibili su quelle infinite geometrie policrome, proiettate in uno spazio atemporale, alla ricerca ostinata e ineluttabile del Vello d’oro metafora della conoscenza.

            Osservando nel divenire il percorso creativo dell’artista, emerge senza un apparente soluzione di continuità, lo svolgersi di un racconto per immagini, una storia autobiografica, un diario di viaggio nell’esistenza dell’artista, che svela senza remore o narcisismo la sua visione intimamente serena dell’esistenza.

            Esistono ancora uomini capaci di apprezzare il valore delle cose semplici, il linguaggio pittorico di Alderucci, non è certo un nostalgico e banale omaggio al mondo antico, è piuttosto una caparbia e giocosa resistenza contro l’omologazione prodotta dal pensiero unico “binario”, all’esasperazione delle mode e del concettualismo di maniera, è un’’esortazione forte e sincera a non subire passivamente il fascino ipnotico di un certo progresso orientato ad esaltare solo i massimi sistemi. Possiamo considerare la poetica di Alderucci un doveroso omaggio alle radici del pensiero umano, all’essenzialità del metodo progettuale che individua ancora oggi in una semplice matita ed un banale foglio bianco di carta il veicolo e il fluire delle idee. ((Stefano Greco)

       Corrado Alderucci, disegnatore, grafico e pittore, propone caratterizzate composizioni di volumi geometrizzanti, raggruppamenti di edifici stilizzati,evocanti le architetture essenziali di Carlo Scarpa,a volte con disposizione apparentemente decostruttivista.
       I dipinti includono elementi minimali e simbolici, come chiocciole, matite,barchette di carta ed improbabili finestrelle attraversate da fili senza inizio e senza fine
       Il colorismo è sobrio, tenuto sull’alternanza dei tre primari: rosso, giallo, e azzurro, con tonalità tendenzialmente “ pastello “, anche quando l’artista indulge sui valori profondi dei viola, nelle diverse varianti.
       L’opera di Alderucci è una pittura di apparenza metafisica,ma senza lo smarrimento nostalgico, ispirato ai motivi dell’infanzia, dei trastulli, degli elementi dell’immaginario fanciullesco,come i lapis,fedeli compagni di chi nella prima età sognò di appropriarsi della realtà attraverso il disegno e la figurazione: Leonardo docet. (Enzo Papa)

La casa viaggiante 

la mia casa non è una casa…

….tra geometria e pittura, in una silenziosa
e statica armonia è un elemento cubico
con tetto spiovente e mura senza prospettiva
senza aperture solo con qualche finestra.

….è una casa
senza luogo ne tempo
abbattuta dai venti e dagli eventi,diritta,
sconnessa, case vuote,ingenue e misteriose,
qualche finestra illuminata ci parla
di presenze, invisibili e mute. 

….è una casa
viaggiante,trasportata in cieli tersi e freddi,
in algide albe e caldi tramonti,
appesa ad un filo che arriva dal cielo,
o trasportata da una barchetta….

….è una casa
primordiale che si aggrappa ad una chiocciola
dal passo lento,oggetto smarrito.In silenzio,
tra luci e ombre, mi porta con se
in cerca di una realtà fatata

( by Corrado Alderucci)

Hanno scritto di Corrado Alderucci

Vittorio Bottino, Mario Rocca, Massimo Centini, Gianni Milani, Stefano Greco, Giuseppe Oberti,
 Claudia Ambrosino, Ferrero Lo Campo, Giangiorgio Massara, Guido Folco,
Alessandro Bocchi, Fabrizio Leggero, Enzo Papa



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