Logo TorinoArt
                                               Abitare immobiliare servizi e consulenza  
                                    ParaFARMACIA Aurora              Multisala Petrarca                 Studio Medico PoliSpecialistico Mazzini                          Agenzia Abitare


| Home | Chi siamo | Artisti | Inserimento | Newsletter | Expo | Associazioni | Links | Contatti | Agreements | Eventi |


DONELLI GABRIELE Via Marconi 57  26028 SESTO CREMONESE  (CR)  Tel. non disponibile   donelliglasoffitta@yahoo.it 

GABRIELE DONELLI

 
 Giovanni Carnovali detto il Piccio

 

 
 

            ...ho esposto in passato in numerose località italiane. Ricordo con un po’ di nostalgia la notevole rassegna tenuta nella città di Lodi: due lunghi e assai fecondi mesi d’inverno trascorsi in quel caratteristico borgo nei pressi dell’Adda.

 


Maternità

            ... all’inizio degli anni novanta, dopo varie esperienze artistiche e parecchie mostre, leggo in modo particolare certi filosofi, Martin Heidegger, Jean Paul Sartre, e finalmente grazie comunque a questi interessanti autori trovo l’ispirazione, qualcosa che può andar bene.

        E sono appunto codesti singolari ritratti a volte strani, in altre situazioni consueti, dipende necessariamente da molteplici fattori a carattere esistenziale...

 


Paesaggio in grigio

 

          ... stranezza ed eleganza sembrano gli aggettivi più indicati a sottolineare l’essenza della raffigurazione, ed è chiaro che durante la scoperta e l’evidenza del carattere l’intuizione è la principale protagonista di tale circostanza emotiva e pittorica.

         ....durante quegli anni assai ricchi di entusiasmo ho eseguito di preferenza il ritratto a certi personaggi dell’arte e della letteratura come Pablo Picasso, Alberto Moravia, Jean Dubuffet, perché tali individui erano molto originali e stravaganti e quindi avevano delle notevoli qualità interiori.

 


Spazio e oggetti in una struttura metafisica

 


Ritratto di Giuseppe Verdi

        ... all'inizio del duemila arriva una maggiore riflessione, anche il modo di fare arte ne risente, riscopro “le composizioni” e trovo del resto una maniera nuova per rappresentare alcuni stati d’animo, sono faccende alquanto originali vincolate a volte a dei gesti.

        Infatti questi particolari motivi sono pressoché delle evoluzioni a carattere metafisico, e l’intenzione poetica che affiora qua e là si riveste di occasioni ermetiche, quanto situazioni ormai lontane nel tempo e nel ricordo.

 


Ritratto di Luana Ghidotti


Isabel Allende

 


Pablo Picasso

 


Ritratto di Alberto Giacometti

 


Ritratto di André Derain

 


Ritratto di Edith Schiele

 

 


Ritratto di Franz Kafka

 


Ritratto di Giuseppina Bresciani

 


Ritratto di Claude Monet

 
Paul Césanne

 


Ritratto di Aberto Moravia

 


Ritratto di Arthur Rimbaud

 


Ritratto di Eugenio Montale

 

 


Ritratto di Giorgio De Chirico

 


Ritratto di Jean Dubuffet

 


Ritratto di Dino Campana

Curriculum

Formazione

Gabrielle Donelli è autodidatta. La sua passione per il disegno lo ha portato sin  dall'infanzia a dedicare tutte le sue ore libere a questa attività, raggiungendo una suo stile particolarissimo e personale.


Esposizioni e partecipazioni
1975
  Personale a Castelvetro P.no
1975  Collettiva a Caorso
1975  Collettiva a Soresina
1975  Collettiva a Sabbioneta
1976  Personale a Castelvetro  P.no
1978  Personale a Cremona. Libreria “Vento dell’est”
1979  Collettiva  a Cremona
1979  Personale a Cremona. Libreria “Vento dell’est”
1979  Collettiva  a Casalmaggiore
1980  Personale a  Cremona. Libreria “Vento dell’est”
1980  Collettiva  a Parma
1980  Personale  a Castelvetro.P.no
1981  Collettiva  a Parma
1990  Personale a Caorso
1990  Personale a Castell’Arquato
1990  Personale a Castelvetro P.no
1990  Personale a Desenzano del Garda
1990  Personale a Cremona
1991  Personale a Piacenza
1991  Personale a Castelvetro. Pno
1991  Personale a Castell’Arquato
1991  Personale a Iseo
1991  Personale a Monticelli d’Ongina
1991  Personale a Desenzano del Garda
1992  Personale a Cremona
1992  Personale a Piacenza
1992  Personale a Castell’Arquato
1993  Collettiva a Castelleone
1993  Personale a Pizzighettone
1994  Personale a Lodi

 A U T O R I T R A T T I 

     

A L T R I   R I T R A T T I

     
                     Ritratto di Alberto Moravia                Ritratto di Daniele Ranzoni                   Ritratto di Dino Campana           Ritratto di Francis Bacon                         


Ritratto di George Braque          Ritratto di Giorgio Morandi          Ritratto di Goffredo Parisi           Ritratto di James Joyce          Ritratto di John Lennon

       
Ritratto di Pablo Picasso              Ritratto di Piet Mondrian         Ritratto di Renato Guttuso         Ritratto di Samuel Beckett        Ritratto di Vincent Van Vogt

 

Recensioni, critiche, commenti e interpretazioni

            Gabriele Donelli deve essere indubbiamente un personaggio suggestivo e carismastico. Dico "deve" poiché non lo conosco o, meglio, lo conosco per come lo percepisco attraverso i suoi lavori (che vedo oggi per la prima volta) ed attraverso la sua autobiografia, che mi è giunta asettica attraverso un file pervenutomi via email, privo di ogni connotazione emotiva diretta. Credo che questo possa considerarsi un buon mezzo per esprimere il proprio giudizio neutro su un Artista, privo di ogni inferenza empatica diretta: la personalità dell'Artista è importante, ma è l'opera che deve parlare prima di tutto.  Questa è l'impressione di lui che mi sorge in fantasia alla mente di primo acchito "leggendo" i suoi lavori.
            La pittura che vedo è morbida, delicata, fatta di tinte gentili e tenui, color pastello, come lui stesso scrive nella sua autopresentazione: "uso volentieri i pastelli, come se dovessi in qualche misura ritornare a quando ero ancora un bambino".
            La capacità di "ritornare bambino" e di vedere le cose con semplicità, con gli occhi di un bimbo e con il pensiero privo delle sovrastrutture di un adulto fa la differenza: concede di giungere all'essenziale con pochi tratti e poco colore senza dover utilizzare minuzioserie fotografiche nel racconto dell'immagine che vengono usate in altri stili di ritratto.
            Ma attenzione: non si tratta, qui, di un giudizio su chi è di più bravo rispetto ad altri che usano tecniche più definite e definenti: è semplicemente diverso. L'arte è sempre diversa e il costrutto di base da cui l'Artista parte conduce ad una evoluzione differente del tipo di espressione di un lavoro: si potranno avere opere basate su una tecnica a carboncino, altre su una tecnica ad acquerello, altre su una ricerca minuziosa e fotografica iper-realista della realtà, altre ancora fondate sulla disgregazione dell'immagine reale frammentata in parcellarità astratte  esaltate e deformata da una lente plurifocale surreale o, come, in Gabriele Donelli altre in cui la mano del bambino coglie quella parte (per lui) essenziale vista - appunto - dal bambino e traccia il segno semplice con timido colore.
            Grazie di avermi riportato con i Tuoi lavori ad una parte della mia infanzia che era rimasta in fondo ad un polveroso cassetto della scrivania della mia mente e che è stata "spolverata" dagli anni passati emergendo ora in queste righe (F. Lucertini, ottobre 2012)

            Mostra nella sala “Città di Lodi” - La vita e la dinamicità che Gabriele Donelli trasmette alle proprie opere pittoriche, sono frutto e sintesi di rapporto fra un disegno scultoreo, incisivo, che delimita una raffinata stesura a piani di variegate campiture coloristiche. Rimosse le prevenzione per correnti e scuole senza turbamenti ideologici e ripensamenti, l’arte del Donelli è tesa alla essenzialità e alla comprensione, nel termine migliore delle parole.
           La sua creatività colloca quasi sempre come protagonista assoluta la figura umana, dipinta e fermata sulla tela da un sicuro e completo mestiere espressivo, in un equilibrio di rapporti tra spazio dipinto e pause tonali, superando con decisione la dizione strettamente figurale per aprirsi e soluzioni che spesso per la loro attualità si apparentano senza stonature con il filone astratto  (Italo Siboni - Il Cittadino, Mercoledì 12 gennaio 1994, Pagina 17  Cultura & Società).

            L’opera pittorica di Donelli, “Omaggio a Pablo Picasso” rivela chiaramente i proponimenti, l’indole creativa dell’andare, gli obbiettivi cui indirizzare la sua pittura: che sono sintesi liberatoria del segno e del colore.
            In questo ipotetico ritratto di uno dei più grandi e pazzi (si fa per dire) artisti del nostro tempo, emblematico di un indirizzo pittorico discosto da remore stilistiche e formali che derivano dalla tradizione, suggerita da critici di retorica estrazione culturale, già traspare l’empito e la volontà di un artista che vuole senza infingimenti essere se stesso. 
            Queste cromie che solcano il volto in cui è raffigurato il grande “Vecchio” identificano un gesto liberatorio ma anche l’intuizione di dare a quei solchi cromatici un significato connettivo alla grandezza di Pablo. Quel segno rapido e scorrevole che delinea codesto volto suggella una sintesi fisionomica del personaggio ma è pur sempre momento liberatorio e creativo. Nell’assieme compositivo, il timbrico musicale vibrare dei colori già volge all’astratto, suggerisce orizzonti spaziati nel fantastico (Oscar Prata - Novembre 1998, Rassegna artistico letteraria bresciana)

        I volti “immortali” di Gabriele Donelli  -   Si rifà al passato ed alla memoria con una vena lirica l’artista piacentino Gabriele Donelli. Animato dalla stessa passione per i classici della letteratura e della filosofia contemporanee, come un moderno Guttuso incontra nel suo percorso artistico autori d’avanguardia del calibro di Martin Heidegger, Jean Paul Sartre, Arthur Rimbaud, Samuel Bechett che sanno ispirare nuove suggestioni ed idee.  Attratto da scrittori e letterati come:Italo Calvino, Alberto Moravia, Isabel Allende, James Joyce, Fraz Kafka, Eugenio Montale, Dino Campana per citarne alcuni, tutti - come egli stesso sottende - “individui molto originali e stravaganti che quindi avevano delle notevoli qualità interiori a me affini”. Donelli si accosta anche ai grandi ritrattisti del novecento, omaggiandoli con la sua personale espressività segnica. Ed ecco nascere i ritratti di Georges Braque, Giorgio Morandi, Paul Cezanne, Claude Monet, Alberto Giacometti, Renato Guttuso. Ritratti eleganti quanto insoliti con un’accentuata e voluta bidimensionalità delle forme e degli spazi, tipici di una dimensione d’imprinting fauvista. La particolarità sta nei visi, a volte incompleti e scarni, altre volte ricchi di dettagli e particolari che fanno del ritratto un’impronta senza tempo.
       Gabriele Donelli si immerge completamente nel lavoro di invenzione e rielaborazione fisiognomica dei tratti somatici e caratteriali degli artisti che legge, sente, vive. Il suo è un lavoro di approfondimento, di studio che lo porta a sviluppare, con meticolosità ogni idea, ogni guizzo, ogni bozza che gli balena nella mente o che gli sembra congeniale all’idea che si era fatto di un dato autore. Ed è proprio in questi ritratti, a volte incompleti, che sembra risiedere l’anima del pittore piacentino. L’intuizione e l’istintuale fluidità nella penna e nella matita, fanno parte della sua genuina raffigurazione, vere protagoniste di un’emotività pittorica unica. Anche l’uso dei pastelli è indicativo di uno status operandi non comune, come se dovesse in qualche misura ritornare al mondo dell’infanzia e della sua spensieratezza. I suoi disegni, a pastello, matita e acrilico, trasmettono a volte - come egli stesso dice - “qualcosa che rammenta il fare suggestivo della leggerezza, quanto una circostanza dolce e strana. Negli anni ottanta dipinge soprattutto paesaggi, anche se cresce dentro di lui in modo chiaro e delineato l’amore per la scrittura, che lo porta in poco tempo a comporre parecchi racconti e poesie. All’inizio del duemila arriva ad una maggiore riflessione di se e della sua opera, dove anche il modo di fare arte ne risente. 
       “Riscopro “le composizioni”, trovando una maniera nuova per rappresentare alcuni stati d’animo, intimi e personali che riguardano atteggiamenti spesso vincolati dai gesti. Questi particolari motivi non sono altro che delle evoluzioni a carattere metafisico, dove l’intenzione poetica che affiora qua e là, si riveste di occasioni ermetiche, quanto situazioni ormai lontane nel tempo e nel ricordo.”
        Autodidatta appassionato e metodico, Donelli inizia a disegnare fin da piccolo, rimanendo sempre fedele a se stesso ed al suo stile semplice ma efficace, visibile e riconoscibile grazie alla spiccata bidimensionalità dei volti ed alle pose ritratte, che non scadono mai nella mera caricatura del personaggio dipinto, ma divengono in un attimo, silenziose riflessioni esistenziali. In piccoli tratti vi sono le peculiarità caratteriali dei personaggi esposti, come se l’artista entrasse in contatto con gli autori da lui letti ed amati e ne riportasse la sua visione interiore sulla tela. Si può quasi dialogare con quei volti, quegli sguardi, quei tratti somatici così particolari quanto caratteristici, tanto da capire immediatamente che stiamo osservando al di là della cornice.
        Ma Donelli è così, contraddizione e particolarità, può piacere o non piacere, ma non porta mai con sé l’indecisione, l’ambiguità di un sentimento. I suoi ritratti rivelano a volte rudezza, spigolosità, e persino quella “geometrica asimmetria felicissima” tipica degli animi sensibili ( come scrive Cesare Brandi in occasione del Jeux de Cartes di Stravinskij di Renato Guttuso). Tutto è colore, emozione legata ai segni, all’interpretazione musicale di un volto ed alla sua espressività latente (Federica Giobbe)

Hanno scritto di Gabriele Donelli

F. Lucertini, Federica Giobbe, Oscar Di Prata, Italo Siboni



Per informazioni digita  info @ torinoart.it  senza spazi
(misura anti-spam)

             
Multisala Petrarca