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Giuseppe Pietro Obertino - Ober

        
        ….OBER: un  flusso d’emozioni  -  La sua arte moderna è ancorata all’antico, alla sicurezza di uno stile acquisito dai classici, senza scuola, ma per principio d’imitazione; ispirazione che poi s’affonda “in interiore”, e riemerge in appunti di vita, in serie d’annotazioni...

          Sempre, in lui, s’apprezza il desiderio di ascesa; di generazione in generazione, l’umanità è cresciuta nelle sue tecnologie, sempre più perfette, ma il cuore, no, quello è lo stesso, compreso dalle passioni,  pieno d’amore e di dolore, che, quando esplodono, mandano il mondo in frantumi, OBER li riassembla, li riassesta, aprendo l’occhio sul suo caleidoscopio, che scompone e ricompone la vita.

           La sua visione è, in genere, rasserenante, equilibrata, però, non scende a compromessi con il pattume che appesantisce oggi l’espressività di tanti altri artisti. Risponde, nell’arte, al “credo“ antico d’un’esaltazione del bello, creativo, costruttivo, positivo e idealizzante.
           Ober non assomiglia a nessun altro artista, solo a se stesso, anche se nelle sue tele si riscontrano tracce di movimenti che hanno preceduto la sua vicenda artistica, oppure contemporanei.

           Un po’ di metafisico, un po’ di surreale ( l’atmosfera sospesa e come “figèe” di certe costruzioni), un po’ d’impressionismo coloristico, un po’ di “fauve”, un po’ d’iperrealismo, un po’ d’astratto, ma poi tutto scorre nel suo letto di fiume nuovo, è ricostruito in un insieme che sa di novità, di freschezza creativa. Il porto cui vuole approdare è ancora sconosciuto, anche a lui stesso; s’evolve continuamente verso mete che gli detta il suo sentire sicuro e vigile.  Non è  una pittura commerciale, non lo sarà mai, perché tale concetto è alieno all’artista. La sua volontà è quella di far pensare, d’imprimere immagini che sono simboli o metafore nello spirito degli estimatori, e di non deludere mai se stesso, davanti a nuove, difficili sfide. (Lucrezia Pongan)
 

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