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Laura Olivero

 

        Il libro come la libertà del pensiero  - Ovidio, inventore della personificazione dei libri perseguitati (il libro delle Metamorfosi venne bandito dalle biblioteche pubbliche di Roma) immagina,in una sua famosa elegiache il libro incriminato, divenuto persona, si presenti ad una biblioteca della capitale per essere accolto. Il rifiuto fu totale e la stessa statua della Libertas, posta nell'atrio, sembrò che ne avesse ostacolato,personalmente, l'ingresso.
        "Libro di esiliato": così si definisce il libro di Ovidio. Giunto nella capitale, il libro dell'esule fa dolorosa esperienza di come le biblioteche, i luoghi per definizione addetti alla conservazione dei libri,possano diventare il più efficace strumento di esclusione ( L.Canfora, Libro e libertà). Lo stesso Ovidio,si può intuire, che giocasse sull'identità grafica delle due parole liber/libro e liber/libero. Identità che suggerì, in seguito, fantasiose etimologie, per raggiungere veri e propri trattati che hanno valorizzato o caratterizzato il libro come oggetto di riscatto, di affrancamento, di sapienza, di memoria della storia e delle civiltà, di scrittura degli affetti, di riconoscimento delle identità culturali.
        Il libro, soprattutto, come ascolto della parola che si fa corpo. "Chi tocca questo libro tocca un uomo" diceva Walt Whitman. Chi guarda la trasfigurazione del libro nella produzione artistica della pittrice Laura Olivero, stabilisce un contatto medianico con l'universo della carta stampata, con il gioco delle assonanze, che traduce il concetto di libro nella enciclopedia dei linguaggi e dei saperi. E' la metafora del libro come mondo,come molteplicità dei poteri della parola.

         Laura Olivero lega la sua pittura al libro, alla carta, all'oggetto che ha diviso ed unito gli uomini, alla scoperta della scrittura come magia dei segni e delle significazioni e come strutturazione di un nuovo alfabeto dove l'immagine è ritmo e cadenza della scorrevolezza del tempo dell'umanità. C’è un bisogno dell'ordine, di un metodo che consenta di leggere e di sentirsi partecipe del dire dell'uomo nei secoli. Il libro, come ci ricordava Platone, è il "dire scritto”, è l'oggettivare la memoria del fare.

         Laura Olivero ci presenta una produzione dell'identità nel libro ed attraverso il libro: gli sfondi blu si coniugano con il bianco opaco della carta, metafora del tempo e ricerca di mondi perduti. Si percepisce una sorta di costellazione, dove il libro non è solo il contenitore di segni universali, ma oggetto di una rassegnata quotidianità, che, inesorabilmente, rischia di entrare nel buco nero dell'indifferenza, del disordine alfabetico, delle presunte conoscenze, una inevitabile conclusione di ritrovarsi in un inutile "cumulo di frasi".

         Il libro deve essere vissuto come immagine di un territorio sociale e culturale e come oggetto dell'immaginario collettivo. Il libro-oggetto assume connotazioni diverse nelle sue dimensioni tridimensionali, nelle sue derivanti mutazioni a seconda delle concettualità che la pittrice Laura, di volta in volta, vuole sottolineare. Il libro come forma geometrica che intreccia movimenti con altre forme geometriche: coni, cilindri, sfere, piramidi, un vero e proprio armamentario metaforico per evocare i generi della letteratura ed i campi del sapere.

         La matematica, la scienza,lingua latina e greca sono alcuni evidenti richiami che Laura Olivero ci evidenzia nelle sue opere con l'intento, forse,  di immaginare un ritorno alla scholé, come nell'antica Grecia.
        L'uomo moderno, come nel passato, rischia di diventare schiavo delle sue scienze, delle sue scoperte scientifiche e tecnologiche e questo diventa sinonimo di un triste ritorno che è la rinnovata limitazione della libertà individuale. .

        Laura Olivero è interprete di una nuova libertà del libro, dei liberi pensieri scritti come materializzazione della memoria per le future generazioni e come risposta all'attuale e diffusa politica della globalizzazione, come forma di appiattimento, emarginazione, censura di ogni creatività individuale e rispetto della persona umana.
        Laura Olivero è protagonista di un disegno dell'utopia della lettura: un'utopia che si rivolge non al "fare" ma all'agire". Il libro che stimoli l'azione del pensare e non il libro che traduca, in modo alienante e consumistico, i modelli di una cultura dominante del pensare. Sarà la vittoria della libertà di leggere e di scrivere.
       "Comunque sia, chi ha bisogno di leggere, chi ha piacere di leggere (e leggere è certamente un bisogno-piacere) continuerà a ricorrere ai libri,a quelli del passato e a quelli del futuro" (Italo Calvino). -  Prof. Franchino Falsetti Critico d'Arte

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