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TONINO MARIO Via C. Battisti 10, 10010 Carema (TO) Tel. 0125/811235 329/8538260 mail  info@mariotonino.it  www.mariotonino.it

MARIO TONINO  


Autoritratto

 

 
 

 


Spazialità 2

 

 


Io e la spazialità materica

 


Il cigno

 


Il venditore di cravatte

 


Installazione-trasformazione


Io
 
Il piccolo gobbo con il seme dell'Arte

 



Zia Ave

 


Sudario

 


Io pietra, Io graffito


Io e l'equilibrio


Volo


Io  gli androidi

 


Inverno


Nascita


Figure

 



Tonino luce 4
 

Curriculum

Formazione
       Mario Tonino nasce ad Aosta il 23 aprile 1956; inizia a dipingere giovanissimo (13-14 anni), a quel tempo ogni supporto è buono, che sia carta, legno o brandello di tela, l’importante è sperimentarvi l’effetto del colore. A 14 anni si iscrive alla scuola d’arte, dove però resiste per poco, regole e imposizioni non fanno per lui, che concepisce l’arte in totale libertà.
       Se all’inizio nella sua opera è riscontrabile l’influenza della metafisica di De Chirico, mano a mano che ha la possibilità di viaggiare e vedere di persona i grandi musei europei, le suggestioni si moltiplicano. L’uso della luce del Caravaggio, l’eleganza classica delle forme di Picasso; lo portano ad avere uno stile totalmente personale, una sperimentazione che ha come fulcro la ricerca dell’energia. Questa si manifesta nell’accostamento di forme eterogenee (morbide e dure), di colori  forti  e nella costante ricerca dei materiali più atti a sottolineare questi contrasti.
        Tra gli anni ’70 e ’80 si concentra sull’aspetto compositivo, avendo ben presente l’armonia e l’uso dei colori di Mondrian e Klee, l’attenzione agli elementi formali di Kandinskij e soprattutto Pollock per la continuità del progetto narrativo disegno-colore-forma.Ad oggi l’artista dimostra di aver raggiunto il giusto equilibrio tra forma e contenuto ed ha inaugurato una nuova grande fase di sperimentazione in cui gli spazi si dilatano e le figure prendono vita emergendo dal fondo della tela, realizzando un suggestivo connubio tra pittura e scultura, a cui non è avulsa nemmeno la sfera del linguaggio; arte, quindi, in tutte le sue forme, che ci rimanda a qualcosa di primitivo, primitivo come l’utero da cui tutto nasce; figure bestiali che danzano in un lontano passato ancestrale o, perché no, in un futuro scenario post-atomico.(Martina Tonino)

Esposizioni e Partecipazioni
·        Ottobre 2007 - Esposizione personale nella Centrale Idroelettrica di Aymavilles (AO)
·       
Ottobre 2007 - Esposizione personale nella Centrale Idroelettrica di Hone (AO)
·       
Ottobre 2007 - Esposizione personale nella Centrale Idroelettrica di Nus/Quart (AO)
·       
Ottobre 2007 - Esposizione personale nella Centrale Idroelettrica di Pont Saint Martin (AO)
·       
Novembre 2007 - Esposizione personale nel Bar di Re Arduino ad Ivrea (TO)
·       
Febbraio/Marzo 2008 - Esposizione personale in Banca Sella – Pont Saint Martin (AO)
·       
Giugno 2008 - Esposizione personale Galleria CreativeRoom – Roma
·        Luglio/Agosto 2008 - Esposizione collettiva Galleria Polid’Arte di Spoleto
·       
Agosto/Settembre 2008 - Esposizione personale Galleria Artemisia Bard (AO)
·       
Novembre 2008 - Esposizione collettiva Galleria CreativeRoom – Roma
·       
Dicembre 2008/Gennaio 2009 - Wunderkammer – La stanza delle meraviglie – Esposizione collettiva Galleria CreativeRoom – Roma
·       
Gennaio/Febbraio 2009 - Esposizione collettiva d’arte contemporanea Galleria CreativeRoom – Roma
·       
Giugno 2009 - Esposizione internazionale d’arte contemporanea Galleria Il Borgo – Milano
·       
Giugno 2009 - FIAR 2° Festival Internazionale dell’Arte di Roma – Organizzato dalla Galleria Il Collezionista – Curatore Roberto Giuliani
      - Roma (3° premio finale)
·       
Giugno 2009 - Arte e (‘) Potere – Rassegna di Arti Visive – Castello Estense – Ferrara
·       
Agosto 2009 - 1° Festival dell’Arte Contemporanea – Organizzato da S.A.I.R.O. Fabbrica per l’arte contemporanea – Curatore Javier
       Ramirex – Santo Stefano al Mare (IM)
·       
Agosto/Settembre 2009 - Rassegna Premio Astarte – Castello di Santa Severa – Roma
·       
Ottobre/Novembre 2009 - Arte in Luce – Esposizione di arti visive contemporanee – Evento esterno di Artissima 2009 – Villaggio Olimpico
       – Torino
·       
Ottobre 2009 - Esposizione personale nella Centrale Idroelettrica di Covalou (AO)
·       
Ottobre 2009 - Esposizione personale nella Centrale Idroelettrica di Sendren (AO)
·       
Novembre 2009 - La Casa degli Specchi – Rassegna di arte contemporanea – Pisa
·       
Novembre 2009 - Contemporanea 2009 – Fiera di Forlì – Galleria Alba di Ferrara
·        Ottobre/Novembre 2009 - Esposizione personale Galleria Il Collezionista – Roma    ( premio F.I.A.R. 2009 2° Festival Internazionale
      dell’Arte di Roma 3° classificato)
·       
Dicembre 2009 - Esposizione collettiva di artisti contemporanei – Galleria Il Collezionista – Roma ( premio F.I.A.R. 2009 2° Festival
       Internazionale dell’Arte di Roma)
·       
Dicembre 2009/Gennaio 2010 - Esposizione personale al Bar di Re Arduino di Ivrea (TO)
·       
Dicembre 2009/Gennaio 2010 - BERLIN ART SHOW 2009 – Esposizione di un gruppo internazionale di artisti al Kindl-Brewery
     di Neukölln.  – Berlino – Organizzazione MARZIA FROZEN – Curatore Javier Ramirex
     Marzia Frozen è lieta di annunciare  una mostra collettiva dedicata ad una generazione di artisti internazionali  che lavorano in
     differenti  media appropiandosi del  nuovo  linguaggio  visivo. Verra' presentata una mostra colletiva nel Kindl-Brewery  a  Berlino, nel
     centro  di Neukölln  caratterizzata da una selezione di dipinti, sculture, fotografie, video,  performance  e  disegni su carta scelti per
     questa particolare occasione
.(
Javier Ramirex)

Recensioni, critiche, commenti e interpretazioni

 

  Al centro di un universo carico di sentimento per le umane passioni ed il dolore della disillusione, il surrealismo di Mario Tonino non è mai perdita di ancoraggio alla realtà: sia essa il volto di una do nna amata o il ricordo di un amico; un’indignazione rabbiosa o la piena indifferenza.

              Il suo linguaggio si serve di fonemi essenziali, grumi di materia e colore che tracciano un percorso lineare a dispetto delle esuberanti apparenze di cornici schiumose, o degli equilibri precari di una installazione.               Scatole prospettiche si ricompongono in piano per semplificazioni progressive, lasciando il colore come unica voce narrante: nitida e forte, a tratti violenta. Mai incerta.

              E il racconto prende corpo: nei trapassi metamorfosici da oggetto a pianta; nell’abbraccio eluso di Luce blu. Nel diorama inaspettato di una tavola da lavoro che diviene biografia.               Fulcro e motore la sua esperienza, tutta terrena, di uomo e di artista interprete di una stagione di vita matura, satura di esperienze e di emozioni sedimentate nella coscienza e criticamente elaborate dall’occhio e dalla mente, senza pudori né censure.

              Le forme esili, come schiacciate sulla superficie pittorica, acquistano spessore da una ritrovata consapevolezza che nulla lascia all’improvvisazione surrealista, ai suoi automatismi psichici. Gli androidi non sono altro da sé, e non esprimono neppure il lato oscuro e negletto di un inconscio rimosso. Incarnano piuttosto l’eccitazione febbrile di un’umanità che riscopre, nelle crepe della propria esistenza, l’orgoglio di un’autoaffermazione a lungo cancellata, come abrasa dal gesto distruttore dell’ignoranza e dell’egoismo dei mediocri. Escono dall’ombra di una memoria interrotta, rilevando sul muro la fisicità negata nelle sagome degli Otages di Fautrier. (Fulvia Strano - Roma)

 

Ottobre/Novembre 2009 - Esposizione personale Galleria Il Collezionista – Roma ( premio F.I.A.R. 2009 2° Festival Internazionale dell’Arte di Roma 3° classificato)
            Arte come spiritualità del sentimento, poesia e amore come trasformazione totale della vita non più concepita attraverso convenzioni culturali e sociali ma vissuta in piena libertà di costume e di pensiero. “Trasformare il mondo” ha detto Marx, “Cambiare la vita” ha detto Rimbaud, due pensieri che rendono la vita unica e surreale, sopra la realtà.    L’artista, nell’accezione classica è colui che trasforma ciò che vede, sorvola la consistenza. Mario Tonino il mondo lo impasta, mischia i materiali, i tessuti, costruisce sopra il vero, ricrea la verità. La vitalità nell’arte diviene onirica, dà accesso a ciò che sta oltre il visibile, comprende immagini nitide e reali ma accostate tra di loro senza nessun nesso logico. Come il Merzabau di Kurt Schwitters è l’opera biografica, la ricostruzione della vita, la testimonianza della presenza terrena dell’uomo che vive pensando e riflettendo sulla realtà, allo stesso modo Mario Tonino partecipa alla vita. La sua è prolissità artistica, il suo occhio compone e scompone immagini, pensieri, movimenti e strati. E’ un artista esuberante negli stili parla di surrealismo, di metafisica, di cubismo tutto in un automatismo psichico in cui l’inconscio emerge e permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori o scopi preordinati. L’artista appare un manipolatore esperto di visioni del quotidiano. La sua realtà è fatta da visioni reali, comunica allo spettatore una via sempre nuova e sconosciuta del pensiero è come se ci desse una lettura in più, un’altra possibilità. I temi che tratta sono l’infinito, il significato di esserci, la vita e la morte, il bianco e il nero, il vuoto e il pieno, il tutto è presente e si concilia in modo armonico e profondo. L’abilità artistica che Mario Tonino rappresenta è parlare della vita, del miracolo che ogni giorno si compie anche nel più banale dei gesti e dei sentimenti.
            L’arte non ha tempo ma solo spazio, le correnti artistiche con le quali si esprime sono solo mezzi e non ideologia, il suo linguaggio è composto dalla ricchezza dei gesti nella pittura, di spazi riempiti nell’installazione, e di tridimensinalità nella scultura. M. Tonino dipinge con l’anima piena di pensieri disordinati in un caos di perfetta esecuzione. L’intuizione dell’artista è che sotto la realtà apparente, quella percepibile con i sensi, si nasconde una realtà più profonda e misteriosa a cui si può giungere solo per mezzo dell’arte, se fosse poesia sarebbe un linguaggio analogico, le sue opere invece sono pittura completa. Tanto diventa difficile estrapolare un singolo soggetto nella pittura dell’artista, poiché è fatta di opposti, di convivenze astratte di ragionamenti non pensati ma l’espressione risulta sempre: una logica assoluta. 
            La suggestione delle sue rappresentazioni è un opera omnia: tratta la letteratura simbolista, la pittura dai primi del novecento, la musica Wagneriana nelle sue più remote radici dell’essere. Arte come morbida e dissimulata sensualità del gesto. Desideri, pulsioni, malesseri disagi, questo, Mario Tonino racconta nelle sue tele: umori intorno alla coppia, apologia del suicidio, parto, la centralità della vita il nesso tra la speranza e la morte, i disagi più profondi dell’uomo le battaglie che da secoli animano il palco della vita.             L’aggressività delle tele e l’importanza dei temi che sottilmente tratta rendono le opere trasgressive e ribelli poiché fuori dal tempo, non c’è epoca o corrente artistica l’animazione artistica è effetto del suo genio. In un mondo in cui l’esigenza di immediatezza sembra essere diventata la priorità assoluta, in cui il pensare è stato soppiantato dal fare, Mario Tonino con la sua arte ci riporta a pensare, a non comprendere tutto e subito a vedere oltre le cose avvolti in un’aura onirica di inconscio illogico ma simbolico. Il tratto spiega l’idea come matrice dell’uomo, il colore dà il nome alle cose.            L’artista ridona l’importanza alla superficie suggerendo che il viso è come una maschera, qualcosa di staccato o di staccabile dal resto della testa. (Marianna Costantini  - Roma)

 Giugno 2008 - Esposizione personale Galleria CreativeRoom Roma
            Il nuovo appuntamento alla Galleria Creativeroom è "Io...", mostra dell'artista Mario Tonino, pittore dal carattere quantomeno eclettico, autore di una ricerca che parte da sé stesso, per ritrovare nel suo farsi l'essenza allo stato puro dell'espressione. Le tele hanno il colore disteso di Matisse, il segno imperativo di Fontana, la linea geometrica del Kandinskij maturo, la spazialità razionale di Mondrian. Ma di fronte a un lavoro di Tonino è impossibile pensare un filone unico che possa riconciliare questo lavoro tanto complesso.
            Mario è un maestro che fin dall'inizio dichiara onestamente "Io...", perché è in questo atto volitivo che si muove il magma da cui attinge. Facile trovare riferimenti a un passato più o meno recente. Difficile potersi limitare a quello, per leggere un artista dal carattere così articolato.
            La serie degli Aneroidi mostra protoforme riconoscibili solo in alcuni tratti: le fisionomie si stagliano su sfondi scuri e impenetrabili, quasi a lasciare che, galleggiando nel proprio spazio pittorico rarefatto, possano uscire dal limite del quadro. Geometrie piramidali invadono il loro ambiente e riportano la mente sul binario dell'idea allo stato puro, pensiero forse utopico, eppure necessario.
            Il Grande Occhio è una composizione piacevolmente destabilizzante: domina il rosso, e la figura filiforme che presiede al centro è dolcemente emblematica. L'occhio azzurro si stacca dal colore del suo mondo pittorico enfatizzando sé stesso, distogliendo l'attenzione da tutto il resto. Lo spazio completamente piatto che lo circonda, l'assenza di colore increspato attorno al segno, sembra alluda alla santità di quella particolare visione figura di memoria giacomettiana. Guardando un'opera del genere appare evidente l'impossibilità di ridurre Mario Tonino a una mera categoria espressiva. C'è tutta la ricerca dell'ultimo secolo, è vero, ma è soltanto una fonte da cui attingere per andare oltre qualsiasi categoria di pensiero.
            Nella cornice organica di Io...Gesù un doppio spazio taglia verticalmente la tela, sebbene non in maniera equivalente; Tonino narra il profilo appena leggibile di un uomo, e il segno tracciato dal palmo della sua mano su un campo rosso. A invadere i due regni cromatici un lampo dal sapore caravaggesco della Vocazione di San Matteo.
            Il ritratto della signora anziana ritrova ancora protoforme di un profilo comunque leggibile, che sboccia nell'abito bianco e nero della donna. Non c'è profondità spaziale, né coordinate cui aggrapparsi: l'anziana signora fluttua nella stretta tela verticale, indifferente all'osservatore. I suoi pensieri l'hanno allontanata da qualsiasi dialogo con gli inquilini dello spazio espositivo.
Io...maschera ardente nasce dalla sua cornice gialla: il profilo di un viso germoglia su un orizzonte nero e grigio. Il rosso copricapo è l'energia sprigionata dal pensiero allo stato puro, la sua diramazione oltrepassa i limiti del quadro.
            Luce blu è di una dolcezza sconfinata nonostante i colori freddi che costruiscono la composizione. Profili femminili compressi e sospesi a un sottile filo che cade dal cielo, scavati lungo il perimetro del loro corpo. Un conglomerato di carni che si cercano fino quasi a coincidere, per ritrovare la sicurezza dell'unione oltre il freddo della luce che invade metà della tela.
            Il cane  svela parte di un volto poco più in alto del centro della tela, avvolto da colori liquidi e graffiati.
            Io...e l'entropia ritrova ancora protoforme in taluni casi riconoscibili: è la dissoluzione in divenire nello spazio geometrico che circonda il soggetto.
            Io maschio, Io femmina ha un doppio profilo posto al centro dagli stessi lineamenti, ma toni che "femminilizzano" il ritratto in alto. È il profilo dell'autore, naturalmente. I colori rigorosamente geometrici sono cuciti; due tele vuote collocate all'interno dell'opera bucano lo spazio, costringendo a vedere oltre, con un effetto evidentemente destabilizzante.
Io...e le mie quattro vite è l'installazione che domina al centro della sala: Tonino e i suoi cinque profili spaziano per tutta l'area che la composizione scultorea riesce a invadere, mentre una natura spoglia e acida fa da sfondo allo sguardo del volto più definito.
            Io...brandelli di idee nasconde dentro una massa informe blu i lineamenti di Mario, mentre pensiero distillato fuoriesce colando in solide cannucce di plastica.
            Un piccolo appunto: le opere esposte hanno titoli che non resteranno tali per sempre. I lavori sono integralmente parte dell'autore, e pertanto sono soggetti a mutamenti, proprio come la mano che li ha portati alla luce. Inutile cercare di fermarsi alle nomenclature: il fare di Tonino vive, e difficilmente potrà cristallizzarsi. (Matteo Olivieri Roma)

 

Hanno scritto di Mario Tonino

Matteo Olivieri, Marianna Costantini,
Fulvia Strano



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